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PAX UNA SEDIA PER PAPA FRANCESCO, 2015

In quanti modi si può immaginare una sedia per il Sommo Pontefice, soprattutto per Papa Francesco, che del francescanesimo ha fatto la sua bandiera? Enrico Baleri la immagina come una presenza fortemente connotata, evidente nei suoi richiami formali all’eredità della grande tradizione progettuale del secolo scorso, ma semplice e leggera nella sua struttura, che sembra nata con naturalezza, e voglia comunicare un semplice gesto di abbraccio, un semplice gesto di accoglienza pieni di significato. Una sedia dall’originalità sottile, ma non forzata, frutto della poetica d’un autore che fonde la rigorosa geometria della razionalità con la libertà della fantasia, incarnando felicemente una sorta di ossimoro: poveristica e ricca di dettagli raffinati, leggera e solidissima come una colonna, carica manifestatamente di espressività simbolica, ma immateriale nel suo disegno scarnificato, incorporea nella sua forma ottenuta quasi “per sottrazione”. La sedia aspira a creare un’atmosfera piacevole per l’osservatore, non fredda e distaccata come un vecchio trono: c’è la voglia di essere protetti da questo oggetto, la gioia di guardare il mondo esterno da un luogo sicuro, rassicurante, protettivo. Elegante nella sua architettura che riporta alla memoria maestri come Caccia Dominioni o Carlo e Tobia Scarpa, la sedia rivela una grande forza evocativa, costruendosi, appunto, intorno a un ampio gesto simbolico che avvolge e unisce: nessun elemento puramente decorativo, solo qualche segno quasi celato per contrasto, scelto più per punta d’ironia che per richiamare o rappresentare lo status symbol dell’uomo a cui l’oggetto è dedicato. Un’immagine creativa dolcemente poetica che coinvolge tutti i nostri sensi. In questo tendere verso un minimalismo ascetico si fa francescana nudità del non visibile.

Paolo Ciro